Tuttavia dal Medioevo, possiamo parlare di uno stile culinario italiano che comprende ricette provenienti dalle diverse città e regioni, la conoscenza reciproca dei prodotti e che si distribuisce come una rete di saperi e pratiche. Nelle città si rielabora infatti la cultura alimentare delle campagne, che si diffonde poi grazie ai mercati ed ai viaggi degli uomini, delle merci e dei libri.
Si fonda quindi un sentimento italiano, non un'identità teorica, ma pratica, quotidiana e concreta, basata sui prodotti e fatta di gusti e sapori.
Quando politicamente il paese si unisce, questo processo si estende nella popolazione: dapprima con Pellegrino Artusi ed il suo ricettario, la borghesia inizia ad integrarsi al nuovo spirito nazionale; poi in seguito alla guerra, anche i ceti popolari si conoscono meglio e successivamente grazie ai mass-media gli italiani entrano nella modernità alimentare, seppur conservando le tradizioni.
La storia, la quotidianità, l'esperienze e gli intrecci di culture diverse, fanno si che nel tempo si vengano quindi a costituire delle precise identità, poiché queste non sono nei geni di un popolo, ma appunto si costruiscono!
Sicuramente ci sono prodotti come la pasta, il pomodoro ed il peperoncino che appartengono in origine a culture diverse dalla nostra, ma che sono diventati sicuramente identità italiane!
Sicuramente ci sono prodotti come la pasta, il pomodoro ed il peperoncino che appartengono in origine a culture diverse dalla nostra, ma che sono diventati sicuramente identità italiane!
Bisogna pertanto comprendere in questo senso la storia alimentare e gastronomica dell'Italia, come modellata dalla condivisione di saperi, sapori e valori comuni...ed è proprio l'incrocio tra la vitalità del nuovo e la tradizione, la garanzia continua di una cultura gastronomica capillare, forte e soprattutto condivisa!
Nessun commento:
Posta un commento